mercoledì 13 novembre 2013

OPERAZIONE LCA ANTERIORE ... E PRE NTERVENTO

Quando il mio amico Galli mi disse "voglio che ti visiti Massimo Forlani a Modena" non ebbi nemmeno un secondo di esitazione. Mi fido molto di Claudio, non solo perché è un ex atleta di altissimo livello, ma perché é molto serio e so che mi vuole bene.

Ricordo benissimo il mio arrivo al centro Lotus il 27 settembre. Dopo le quasi due ore di auto, con le mie due stampelle ed il tutore sbloccato da 4 giorni, salivo al primo piano di questa palazzina in via Giardini. Gonna lunga, umore pessimo, viso cupo. La segretaria ci fa accomodare nello studio di Forlani. Appese ci sono fotografie della nazionale e riesco a riconoscere i giovani volti di Lucchetta, Galli, Tofoli, De Giorgi, Papi, Zorzi, Gardini, Velasco e vedo un signore con gli occhiali che dovrebbe essere il fisio.

Una decina di minuti di attesa ed entra questo uomo abbastanza alto, sulla cinquantina, occhiali spessi ed una forte stretta di mano. Mi guarda, mi fa raccontare ben poco a parte come mi sono fatta male il 10 settembre e poco dopo mi sta muovendo la gamba infortunata. Vedo il suo viso burbero che mi fissa. Senza aver visto la risonanza mi dice esattamente quello che ho. Non sbaglia nulla. Conquista immediatamente la mia fiducia.

Prende in mando il CD e va a guardarsi la RMN. Torna annuendo e mi dice: "scendi e cammina". Io l'ho guardato come se fosse un pazzo ed ho detto "non riesco". Da quel momento il dottore ha cambiato drasticamente tono di voce, mi ha fatto piangere. Non ci riuscivo, ero terrorizzata. Avevo tenuto la gamba immobilizzata appoggiata su un cuscino per 17 giorni, il solo pensiero di appoggiare il piede mi faceva sudare freddo. Ma lui, Massimo Forlani, è riuscito a farmelo fare. Ha sbraitato e mi ha fatto capire che non mi sarebbe potuto accadere nulla. Ho appoggiato il piede, ho fatto i primi passi e lui dietro "su forza! cammina!" ed io, anche se in modo ridicolo ed impacciato, ho camminato avanti ed indietro nel suo studio. Avevo il sorriso.

Dopo tanti giorni finalmente vedevo una lucina chiara davanti a me. Mi sono rivestita ed ho messo il tutore, che avrei dovuto tenere per altri 3 o 4 giorni insieme ad un'unica stampella. Sono uscita che sembravo un'altra. Grazie a lui ho ritrovato lo stimolo e la voglia di mettermi sotto per recuperare.

Il mese successivo è stato tosto. Ho iniziato la piscina con dei lavori semplici, ma noiosi e faticosi. Oltretutto l'attività in palestra è stata davvero massacrante. Tutti i giorni, dopo il lavoro, mi sono recata al Nuovo Centro Fitness, a mio avviso il posto migliore a Crema per il recupero da infortuni. Diego mi ha preso le misure alla coscia e fatto una scheda impegnativa. Minimo due ore tutte le sere, ma è servito per recuperare il muscolo e l'estensione.

Domenica 20 ottobre sono andata a Modena, bagno caldo nella mia camera dell'Hotel Fini, aperitivo in centro e cena a base di zuppa di verdure, tigelle e salumi a La Bicicletta. Il mattino seguente, dopo una bella colazione, sono tornata per il controllo al centro Lotus. I

l Dottor Forlani mi ha detto "brava" ed io ero sollevata. Felice di sentirmi dire che stavo lavorando bene e che potevo essere operata. Ho salutato e mi sono diretta alla Casa di Cura Fogliani, dove mi aspettava l'ortopedico.

Purtroppo qualche imprevisto mi ha costretta ad attendere Montorsi per più di un'ora e la visita è stata molto sbrigativa.Avevo ancora una decina di giorni per lavorare bene ed arrivare all'intervento nelle condizioni migliori.

Più si avvicinava il giorno e più aumentava la tensione. Il 5 novembre mi sono fatta prendere le misure in palestra e poi in viaggio verso Modena. Durante il tragitto ho prenotato la camera e, una volta giunti a destinazione, ci siamo messi a girovagare per il centro alla ricerca di un ristorantino. Cena ottima da Danilo e poi a nanna... con agitazione e preoccupazioni classiche.

Il mattino seguente alle 7 del mattino ero a fare l'accettazione e, poco dopo, stavo seduta in pigiama sul mio lettino della camera 214. Un sacco di domande sulla mia saluta, sugli interventi subiti, sulle allergie e verso le 10:00 mi hanno fatto l'ECG ed un'oretta dopo sono stata accompagnata dalle infermiere dall'anestesista per l'epidurale.

Tutto tranquillo, tranne i lividi che mi ha lasciato l'infermiera praticante nel tentativo di trovarmi una vena... qualcuno dice "facciamo un pò di morfina a questa povera ragazza".

L'anestesia è andata bene, in sala operatoria battevo i denti dal freddo. Mi hanno infilato un tubo che sputava aria calda sotto il lenzuolino. Il Dottor Montorsi con i suoi baffoni muoveva la mia gamba  addormentata, ad un certo punto mi chiedono "vuoi rilassarti e dormire un po'" e mi sembra la cosa migliore.

Mi sparano della morfina, mi sento un pò sballata e dormicchio. Apro solo gli occhi ogni tanto quando sento dei rumori tipo trapano e martello... Beh, mi hanno forato tipia e femore e poi avvitato il tendine. Ecco perchè ho ancora tutti questi lividi sulle gambe.

Inizio a prendere coscienza e mi trovo le braccia legate, cerco di stare calma, ma è una cosa che non sopporto. Mi liberano e mi tolgono la mascherina. Iniziavo ad avere tutti i pruriti del mondo.
Poco dopo terminano la medicazione e mi riportano in camera. Il mio fidanzato è lì che mi aspetta, gli sorrido e cerco di raccontargli qualcosa. Mi attaccano la flebo. La gamba è tutta bendata ed escono due tubicini per il drenaggio. Sono ancora un pochetto rimbambita e mi appisolo.

Mi seglio verso le 17:30 e comunico al mondo il mio stato di salute. L'infermiera arriva con la padella e mi dice di provare ad urinare, sembrerebbe la cosa più importante. Faccio un pò fatica, ma riesco, quindi sono salva. Sono assonnata , ma verso le 19 mangio volentieri la supercena che mi portano. Sembrava il piatto più buono del mondo: passato di verdure con pasta, pollo ai ferri con insalata e ananas. Ottimo :D

Continuo ad addormentarmi... Cedo e, dopo aver ricevuto il bacio della buona notte, rimango da sola e dormo fino alle 4:50. Le infermiere cambiano continuamente.  Si alternano bionde, more, giovani, vecchie, italiane, straniere... Un turnover continuo.

Il giorno 7 me lo faccio ancora tutto in ospedale, dove però riesco a scendere dal letto a fare piccoli spostamenti con le stampelle. Le dimissioni la mattina del venerdì e già la sera c'erano da me Marika e Elena.

Che dire... Non è facile. Non è facile avere un tutore che ti blocca la gamba, non poter appoggiare il piede, non potersi muovere, dover dipendere da tutti per tutto. Nulla è semplice e cerco di non pensare al fatto che ... la pallavolo mi manca da morire.

Mi manca la mia vita in palestra, mi manca lo spogliatoio, mi manca la fatica e l'energia che mi ricarica ogni volta che gioco una partita.

Ho subito l'infortunio durante la preparazione, non ho nemmeno potuto giocare una partitella. Mi manca il correre a destra e sinistra della rete per murare, il rotolarmi per terra nel tentativo di prendere un pallone, guardare partire la palla per fare una fast e schiacciarla forte a terra... Mi manca esultare dopo un punto.

Queste cose non si possono sostituire. Niente può darmi quello che riesco ad avere dalla pallavolo, ma devo rassegnarmi. Devo pensare che questo sarà l'anno giusto per mettermi in forma fisicamente e che l'anno prossimo potrò di nuovo fare tutto quello che amo.

Devo essere forte. Devo lottare. Sarà dura, già lo so, ma ce la posso fare, anzi... ce la farò!


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